A volte la città di New York viene definita affettuosamente “giungla di cemento”, ma per l’artista di Los Angeles Matthew Grabelsky è più che altro un grande zoo in via di estinzione. Usando il sistema metropolitano di New York come scenario per il suo lavoro, Grabelsky dipinge ritratti surreali di persone apparentemente normali dal collo in giù, ma che hanno avuto la testa sostituita da animali, sia selvatici che domestici.
Cresciuto a New York ed essendo rimasto affascinato dall’immaginario della mitologia greca da bambino, i suoi dipinti sono un’esplorazione della natura umana e del modo in cui gli animali rappresentano varie parti del subconscio umano. “I personaggi sono simbolici dei tipi di pensieri che giacciono sotto la superficie delle menti delle persone, e rivelano che lo straordinario può esistere nel più ordinario degli ambienti quotidiani”, ha detto l’artista in un’intervista.
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